Arte dello scalpellino e scultura in arenaria

Un antico mestiere tramandato da abili artigiani che plasmano la pietra in innumerevoli oggetti e forme decorative 

copertina di Arte dello scalpellino e scultura in arenaria

L'arte dello scalpellino proviene da epoche lontanissime ma non è mai stato un mestiere qualunque.
Le costruzioni più imponenti e monumentali si realizzavano con la pietra e in epoca feudale spesso si richiamavano apposite maestranze per svolgere le murarie per castelli, edifici monastici e di pregio.
Nel territorio dell'Appennino bolognese i Maestri Comacini passarono in tempi remotissimi lasciando tracce ben visibili ancora oggi, nei portali delle abitazioni che edificarono, dove la rosa propiziatrice di fertilità è uno dei loro simboli più ricorrenti ma pure le date, le iniziali incise sulle case, iniziali che a quei tempi fungevano da numerazione civica.
La linea appenninica che dal nord consentiva di accedere fino al centro Italia permise loro di transitare lungo queste montagne per lavorare su commissione in Toscana, particolarmente nel lucchese, nel pistoiese ed oltre. Non a caso nei monti che si trovano sopra a Sasso Marconi sulla collina bolognese, sono presenti da millenni, delle cave minerarie importanti per l'estrazione di materie prime. Nei secoli passati era molto conosciuta ed utilizzata la pietra di Praduro e di Sasso, un'arenaria di tipo molassico, di colore giallognolo -ma di limitata resistenza- e pure la pietra di Vergato, di facile lavorabilità, un materiale di costruzione tipico, usato anche nel restauro del Palazzo del Podestà, nella celebre Piazza Maggiore di Bologna o ancora, la pietra di Montovolo, di un elegante giallo-grigio.