La liuteria nella tradizione bolognese

“Il Suono di Bologna” non è solo una frase: è un omaggio alla straordinaria qualità e bellezza sonora degli strumenti ad arco e a pizzico creati nella città felsinea tra Ottocento e Novecento

copertina di La liuteria nella tradizione bolognese

La liuteria bolognese vanta oltre cinque secoli di eccellenza, evolvendosi attraverso generazioni di artigiani che hanno saputo unire innovazione e rispetto per la tradizione. Il XIX secolo segnò una svolta con Raffaele Fiorini, il fondatore della scuola bolognese moderna. Fiorini introdusse tecniche distintive, diverse dalle celebri tradizioni cremonesi, e formò maestri come i fratelli Candi e Augusto Pollastri, che consolidarono la fama di Bologna come capitale della liuteria.

Nel Novecento, la tradizione proseguì con figure di spicco come Otello Bignami, che fondò la Scuola di Liuteria Artistica Bolognese. Questo progetto rivoluzionario, supportato dalle istituzioni locali, aprì per la prima volta le porte della liuteria anche alle donne, portando un rinnovamento inclusivo in una tradizione radicata.

Celebrità e musicisti di fama mondiale hanno scelto i liutai bolognesi per la creazione e la manutenzione dei loro preziosi strumenti. Tra i casi più iconici, Gaetano Pollastri si distinse per la riparazione di un Stradivari e un Guarnieri appartenenti alla famiglia Marconi, a testimonianza della fiducia riposta nella maestria di questi artigiani.

Nonostante il progresso tecnologico, la liuteria bolognese rimane fedele alla sua natura artigianale. Ogni strumento, costruito con precisione e passione, è un’opera d’arte unica, capace di unire eleganza, potenza sonora e innovazione.

L’eredità di maestri come Fiorini e Bignami vive ancora oggi nei laboratori bolognesi, dove segreti e tecniche si tramandano con cura da una generazione all’altra. Bologna continua a produrre strumenti apprezzati in tutto il mondo per la loro capacità di emozionare, rispondendo alle esigenze dei musicisti con una sensibilità unica.