Arte delle sfogline bolognesi
Bologna è una città dove ogni angolo racconta una storia, e nessuna è più gustosa di quella delle sfogline: cuore e anima della tradizione gastronomica.
Custodi di un’arte millenaria, queste abili artigiane della pasta fresca sono il simbolo vivente della cultura culinaria bolognese, una tradizione che non conosce tempo.
Dietro ogni sfoglia di pasta, tirata con maestria fino a raggiungere una consistenza vellutata e sottile, c’è un racconto fatto di passione, pazienza e gesti tramandati di generazione in generazione. L’arte della sfoglina ha radici antiche, risalenti all’epoca romana, e il termine stesso, sfoglina, deriva dall’atto di "sfogliare", un richiamo alla gestualità precisa e sapiente di chi stende l’impasto con il mattarello.
Un tempo, le sfogline portavano la loro maestria nelle cucine delle famiglie nobili, trasformando semplici ingredienti in opere d’arte culinarie. Con l’arrivo dei primi pastifici, questa tradizione si è adattata, trovando nuovi spazi per fiorire, senza mai perdere la sua autenticità. Ancora oggi, la preparazione della pasta è un rito: mescolare uova e farina, sentire sotto le mani l’impasto che prende vita, e stendere la sfoglia fino a renderla perfetta richiedono dedizione e una sensibilità affinata nel tempo.
Oggi, le sfogline di Bologna continuano a essere le protagoniste di questa antica arte. Le troviamo nei laboratori artigianali, nei mercati rionali e persino nelle cucine di casa, dove preparano tortellini, tagliatelle e lasagne che raccontano storie di famiglia e tradizioni locali. Sono molto più di semplici artigiane: sono ambasciatrici di un patrimonio culturale che unisce passato e presente, con uno sguardo verso il futuro.
Preparare la pasta fresca non è solo cucina: è un atto d’amore, un dialogo tra mani, cuore e territorio.